In Italia, la maggior parte delle imprese (circa il 95%) sono micro-imprese, ovvero sono aziende con meno di 10 addetti. Anche la tua? Anche la nostra. 🙂 Vuoi sapere come sviluppare il tuo micro-business con successo? Ecco qui qualche consiglio per te!
Le piccole dimensioni di un business sono spesso sinonimo di flessibilità nel soddisfare i bisogni del mercato e di grande creatività (ed è per questo che il Made in Italy è così speciale). Purtroppo però, questi vantaggi sono oscurati, spesso e volentieri, dall’inefficienza nella gestione aziendale e dalla poca struttura dei processi. Inoltre, se siamo elastici nel soddisfare i cambiamenti di domanda del mercato, non siamo ugualmente flessibili nell’innovazione: infatti, per motivi culturali o economici, la maggior parte degli imprenditori si dicono restii all’utilizzo di nuovi mezzi (come e-commerce, servizi in cloud, ecc.) e di software per la gestione del proprio business. Sono proprio questi, tra gli altri, gli elementi che portano un micro-business al declino, in favore delle grandi aziende che possono permettersi grandi investimenti in questi ambiti.
Questo non vuol dire soccombere ad un triste destino — almeno noi non ne abbiamo intenzione. Una micro-azienda gestita in modo efficiente può godere dei vantaggi di entrambi i mondi, quello vivace dell’imprenditoria e quello strutturato del corporate. In che modo? Bella domanda. Non abbiamo una risposta precisa, ma qualche consiglio utile sì 😉
1. Definisci il tuo business model
Che è un business model? È una roba che insegnano alla facoltà di economia o nei corsi di imprenditoria, ma non ci devi andare per forza. Te la spieghiamo al volo:
È il modo in cui la tua azienda vuole ricavare e generare valore, da e per il mercato. Sembra semplice ma non lo è: un modello di business costa di una serie di elementi imprescindibili (la value proposition, i partner chiave, il cliente target, eccetera) e ha bisogno di essere validato dal mercato stesso. A quel punto, la tua azienda può iniziare il suo cammino verso il successo!
Per un micro-business, questo modello è in genere relativamente semplice, e si basa sul soddisfare un determinato bisogno del mercato con un prodotto o un servizio. È cruciale assicurarsi che ci sia il cosiddetto “product/market fit” — in poche parole, che qualcuno sia interessato a quello che facciamo e voglia pagare per averlo. Se la tua azienda ha già un business model ben definito, è importante aggiornarlo costantemente per far sì che vada di pari passo con il mercato e che possa evolversi.

2. Gestisci i tuoi processi in modo intelligente
Molto più frequentemente di quanto pensiamo, siamo noi a rincorrere la nostra attività, e non questa che si plasma in funzione dei nostri obiettivi. Devi scendere a compromessi pur di finire un progetto in tempo, oppure hai grandi piani per il tuo business ma sei sempre focalizzato sull’esecuzione piuttosto che sull’evoluzione: se ti riconosci in queste frasi (come noi, qualche anno fa), vuol dire che la tua gestione aziendale va cambiata radicalmente.
Anche in un piccolo team (che puoi benissimo essere tu e basta), è necessario definire dei ruoli, anche ampi, e degli obiettivi che ne derivano. Ad esempio, lo sviluppatore web della tua azienda non è un semplice esecutore, ma è il capo del tuo reparto di produzione: il suo obiettivo può essere quello di creare un output di alta qualità che soddisfi i requisiti dei clienti. Di conseguenza, ogni tuo collaboratore avrà una serie di compiti da svolgere (delle attività) in base al suo ruolo e la sua competenza: questo ti aiuta a coordinarti al meglio con il tuo team ed evitare perdite di tempo — lunghi meeting, incomprensioni e altre inefficienze, che portano solamente a perdere opportunità di fatturato.
3. Tenere traccia di entrate e uscite
Uno dei più grandi problemi delle micro-aziende è la cattiva gestione dei costi: anche se la tua attività è florida, una quantità di costi troppo grande ogni mese può soppesare il valore ricavato dal mercato (eccolo di nuovo, il nostro business model). Nella maggior parte dei casi, sono i costi “invisibili” a minare la tua redditività, e la brutta notizia è che non te ne rendi minimamente conto. Li definiamo invisibili perché sono quelli che spesso ignoriamo, o notiamo solamente quando sono esageratamente alti: ad esempio, il tempo che passi al telefono con un lead che ti richiede un preventivo è un costo invisibile, perché non lo metteresti mai a bilancio né in conto alla persona in questione. Nonostante ciò, quel tempo è una piccola porzione di risorse che potresti utilizzare per fare qualcos’altro (il concetto dell’opportunity cost) e che nessuno ti ridarà mai.
Il trucco per applicare questa prospettiva alla tua azienda di servizi è considerarla come un business di prodotti fisici — ad esempio, pensa di avere una fabbrica di biscotti. Acquisti la farina, il burro, le uova, lo zucchero, che puoi usare una volta sola per produrre il tuo output, il biscotto. Allo stesso modo, utilizzi il tuo tempo e la tua energia (conditi con la tua esperienza e delle tue competenze) per produrre un servizio, che può essere una call di consulenza, una strategia di digital marketing o un software. Rivoluzionario, no? 🙂
Come un pasticcere tiene traccia dei costi delle sue materie prime e ottimizza il loro utilizzo, anche un imprenditore che offre servizi dovrebbe monitorare i costi associati ad ognuno dei progetti su cui lavora e dei clienti con cui interagisce: ad esempio, la prima call di contatto, la formulazione del preventivo, le richieste di assistenza come anche il tempo che passi a ragionare sul progetto con i tuoi collaboratori. (Per il tempo che passi sveglio a pensare al tuo business ogni notte, non possiamo fare niente, sorry.)
Stavi per prendere carta e penna, vero? Abbiamo creato un software che ti aiuta a tenere traccia dei tuoi costi invisibili e a raggiungere i tuoi obiettivi di profitto, in modo semplice. Ti va di provarlo? Si chiama FFriday 🙂